banner
Casa / Blog / Recensione dell'album: Kataklysm
Blog

Recensione dell'album: Kataklysm

Jun 25, 2023Jun 25, 2023

Recensione di Richard Henry per MPM

Dov'è finito il tempo, album numero 15 per la band canadese, entriamo nel vivo e vediamo con cosa abbiamo a che fare!

Traccia 1 – Le ali oscure dell'inganno– Introduzione parlata, prima che il riff lento e meditabondo entri in gioco con il contrabbasso che vola, poi un riff arpeggiato davvero bello arriva sopra il tutto, poi entrano in gioco gli esplosivi, un mix davvero dominante di batteria su questa traccia con le chitarre che arrivano dentro e fuori, la sezione di chitarra pulita sposta il suono prima che entri un ritmo thrash più diretto, bella contromelodia sul riff principale, traccia piuttosto carnosa con cui iniziare, traccia senza fronzoli!

Traccia 2 – Golia– sintonizzato molto giù per quello, un riff davvero potente, c'è un danno serio che si verifica nella fossa con quello in, contrabbasso che vola, poi abbiamo un riff quasi in stile Göteborg per la strofa, in realtà è come un In Flames davvero pesante questo, anche il ritornello me lo ricorda, sempre al punto, dentro e fuori traccia!

Traccia 3 – Muori da re – Ancora una volta è quasi come un'accordatura a 8 corde, ma sono tornati gli esplosioni e un bel riff di contrappunto con la corda bassa rimbombante e poi una parte più complessa, davvero bella! Poi in un riff mid-tempo con un lento contrabbasso che scorre sotto prima di calciare di nuovo in un altro riff dal suono svedese, pieno di melodia poi quando si rompe diventa ancora più pesante e ancora più melodico, un vero pezzo forte di una traccia!

Traccia 4 – Portatore di vendetta– Iniziando con un po' di atmosfera, il riff con paesaggi sonori e una voce parlata, davvero bello, un groove temporale strano e il modo in cui la batteria suona attorno è davvero fantastico, è un vero riff sporco, lento rispetto alle canzoni precedenti ma una sensazione diversa all'inizio di questo, costruisce e costruisce il contrabbasso, poi ci fermiamo in una parte di chitarra pulita prima che si costruisca di nuovo in una sezione in stile quasi deathcore, quel riff più lento verso la fine è di nuovo un perfetto sezione pogo, prima di un altro assalto di contrabbasso fino alla fine della canzone.

Traccia 5 – Combustione– Quindi, subito, abbiamo il contrabbasso e un altro tipo di riff che è intercambiabile con alcune delle cose che ho già sentito nelle prime quattro tracce, quel riff a quaranta secondi però, è semplicemente disgustoso, lo adoro, un buona traccia con molti cambiamenti, il rullante a volte si perde nel mix per me, ma a parte quel riff, devo dire che non mi cattura per niente.

Traccia 6 – Dalla terra dei vivi alla terra dei morti– Questo è un riff, un inizio furioso, assolutamente volante e ancora il riff di contrappunto dal suono svedese, non invecchia mai ascoltandolo, ottieni l'aggressività ma così tanta melodia e un grande riff discendente sul ritornello, è una specie di di contrappunto alla voce, questo non si ferma, anche quando entra la sezione più lenta del contrabbasso, la potenza è ancora lì, quel riff mi sta uccidendo, è così bello, traccia dell'album finora, eccezionale!

Traccia 7 – Il Redentore– Suona su una chitarra pulita mentre si costruisce e la chitarra più pesante entra in cima, poi in un groove lento e trascinante, con un riff pesante e chitarre più dissonanti all'esterno, poi in un dannato riff che gli Slayer farebbero sii orgoglioso, ritmo thrash con contrabbasso trascinante, quel riff di ritornello che è solo gli accordi sopra il ritmo thrash prima della sezione di contrabbasso è fantastico, quella parte centrale con la parte melodica in sordina dove anche lui si macina è un bel tocco di rottura la canzone prima di riprendere, questa traccia è assolutamente uno schiaffo!

Traccia 8 – Da eroi a cattivi– Un riff in stile quasi immortale per dare il via a questo, poi arrivano il contrabbasso e le esplosioni, ha davvero un tocco black metal, anche il riff della strofa principale ha un'atmosfera norvegese, un ritornello davvero carino quando entrano in gioco le esplosioni, questo è un pezzo come un muro di mattoni, è così pesante ma la melodia è ancora lì nonostante l'aggressività non si ferma, anche quando arriviamo a metà con l'intervallo quel riff melodico funziona e basta, poi ritorna nella strofa e nel ritornello, violenza pura fino alla fine!